GALLERIA FOTOGRAFICA
Estratto da “Il Bollettino – rivista del Gruppo Generali dal 1893”.
Grazie al Gruppo Generali per aver concesso la pubblicazione sul sit
CLICCA E VISUALIZZA LA RIVISTA
Una singolare caratteristica del progetto INA Casa fu quella di far apporre, su tutti gli edifici realizzati, una targa in ceramica policroma, alcune delle quali realizzate da grandi artisti (quali Alberto Burri, Duilio Cambellotti, Cascella, Pietro De Laurentiis, Piero Dorazio), che alludesse o al tema del progetto o, più in generale, al tema della casa come luogo felice. L’applicazione delle targhe sugli immobili, per le quali erano stabilite le misure, i prezzi massimi e la posizione, era una delle condizioni per il rilascio del certificato di collaudo (da Wikipedia)
Pur nella semplicità di un elemento ceramico, le formelle distintive si innestano pienamente nell’enunciazione programmatica del piano di realizzare un’edilizia in grado di generare benessere psicologico e creare maggiore appartenenza degli abitanti al proprio edificio: «nella progettazione è opportuno dare particolare importanza […] alla conquista della cosiddetta salute morale, attraverso il conseguimento del benessere psicologico. Finalità dell’Ente era infatti quello di realizzare le più favorevoli condizioni ambientali e abitative per la vita dei lavoratori, sia all’interno dell’alloggio che alla scala di quartiere, incentivando ampi spazi verdi ed edifici vari nelle soluzioni plano-volumetriche e nell’uso delle forme e del colore. All’interno di questo contesto l’applicazione delle targhe nasce dall’intento di ottenere quartieri meno anonimi e creare maggiore appartenenza e riconoscibilità degli abitanti per il proprio edificio e il proprio alloggio.
…[è] sicuramente lacunosa la conoscenza iconografica (DELLE FORMELLE NDR), da perseguirsi attraverso unaschedatura precisa, che possa fornire una mappatura completa ed essere labase per i necessari confronti stilistici e tecnici. Una catalogazione che dovrà però tenere conto dell’estrema diffusione capillare che il Piano ebbe in tutti i comuni italiani […]. Un percorso di ricerca, sicuramente complesso, ma assolutamente necessario per conoscere (e forse iniziare a salvaguardare?) un patrimonio artistico così particolare. “ (Luca Rocchi, Le targhe INA-Casa. Quattordici anni di arte ceramica per l’architettura della ricostruzione post-bellica, in Ceramica e architettura, atti del XLVI Convegno Internazionale della ceramica (Savona, 24-25 Maggio 2013), Savona, Bacchetta, 2014, pp. 285-295).